Video selezioni, aperitivo, mostra.

venerdì 22 maggio 2009

Playlist a cura di Marinella Paderni

IL SILENZIO E’ ORO

a cura di Marinella Paderni

artisti: Maria Vittoria Perrelli, Dominique Petitgand, Steve Piccolo, Donatella Spaziani

Questa è una playlist di opere che non hanno immagini. All’immagine è stato sostituito il suono, alla visione l’ascolto, alla percezione visiva la sensorialità di tutto il corpo.

'La pelle è estensione dell’orecchio' dice Derrick de Kerckhove parlando della tattilità generata dalle nuove tecnologie '... e il suono aiuta ad assorbire l’accelerazione delle nostre vite'. Il corpo partecipa oggi alle immagini mediatiche, ma risponde ancora di più ai suoni, che consentono un’esperienza più autonoma e individuale del sentire e dell’immaginare.

Questa playlist si compone di lavori sonori realizzati da artisti visivi. Pare un ossimoro. Sono artisti che esplorano i territori del suono rispetto allo spazio (site specificity), alla narrazione, all’esperienza di un accadimento, alla relazione tra corpo e comunicazione, alla musica. Le loro opere invitano a 'immaginare senza immagini', a esperire altre dimensioni di senso che non siano riconducibili direttamente ad immagini esterne, ma alle immagini interiori proprie. La voce, il respiro, i rumori del corpo, i suoni dell’ambiente, la musica, il silenzio sono gli elementi del loro lavoro.

Maria Vittoria Perrelli presenta Scelgo (2009), un lavoro sonoro che riflette sulla natura della comunicazione umana, sul concetto di finzione e di verità delle parole rispetto alle cose che definiscono. Il genere della favola è scelto come metafora dell’assunzione di verità. La voce recitante di Federico Lacche narra la favola Giacomo di Cristallo, tratto dal libro 'Favole al telefono' di Gianni Rodari. In quest’opera è la voce a 'costruire' lo spazio della storia.

Anche per Dominique Petitgand la voce umana è la sostanza di cui sono fatte le sue opere. Le parole, i suoni del corpo, le voci individuali, le pause e i silenzi sono presentati dall’artista francese in frammenti sonori, récit e dialoghi, che creano nell’ambiente un universo immateriale sospeso tra realtà e finzione onirica. Quelqu'un est tombé (1993/2009), Le bout de la langue (1994/2009), La tête la première (1995/2009) e Aloof (2005/2006) sono stati adattati dall’artista per questa playlist, in quanto sono tutti lavori ideati come installazioni ambientali.

Di Steve Piccolo sono state scelte due opere-karaoke del 2009: Atrocity (karaoke for Vegetali Ignoti) e Choose One (birthday karaoke for Maurizio Nannucci), dedicato dall’artista a Maurizio Nannucci quale precursore italiano negli Settanta (insieme a Giuseppe Chiari) di lavori di sound art, Fluxus, ecc.

Sono lavori concepiti per essere completati dal pubblico, che è invitato a cantare sulle musiche seguendo le parole, scritte entrambe dall’artista.

Donatella Spaziani presenta Back Home (2002), un lavoro realizzato durante un viaggio da Stoccolma a Ghent, poi da Ghent a Roma in auto, adibita a postazione radiomobile. Ad ogni tappa corrispondeva una trasmissione radio in diretta, che comprendeva una scaletta di interviste e di lavori sonori. Per questa playlist Spaziani propone la registrazione audio del suo rientro a casa, in una serata autunnale, con tutti i suoni prodotti durante il breve percorso: le voci in un locale pubblico, il suono dei passi all'esterno, i vestiti che cadono e il respiro che rallenta fino al sonno.

L’altro lavoro, Maggio 2003, è concepito come un 'autoscatto sonoro', usando con il suono lo stesso metodo d’indagine della fotografia. E’ l’alternarsi di suoni all’interno di una quiete domestica, attraversata da fragorose interruzioni esterne. Mentre i rumori dello spazio interno sono stati registrati in diretta, quelli dell'esterno sono stati scelti in una campionatura di suoni standard che vanno dal "cantiere a cielo aperto" ai rumori del traffico.

Courtesy: r.a.m. radioartemobile, Roma.

venerdì 15 maggio 2009

Playlist a cura di Barbara Meneghel

Ho popolato di nomi il silenzio
a cura di Barbara Meneghel

venerdì 15 maggio 2009 - ore 9 pm

(Ri)costruire una vita come si racconta una favola è un gesto che può assumere diverse connotazioni. Può essere il lavoro di scavo in un bacino di memoria autobiografica e familiare, anche solo facendo parlare il proprio passato. Può indicare il proposito di immaginarsi percorsi di vita altrui, di dar voce a identità sommerse da un silenzio finora fatalmente inevitabile. Può indicare, semplicemente, il desiderio di confrontarsi con la propria tradizione più diretta, per riconoscersi come parte di un flusso temporale - artistico e biografico al contempo. Estrapolato dal contesto dell’ermetica letteraria e nichilista (in cui indica più direttamente l’atto di creazione poetica), il verso di Giuseppe Ungaretti evoca il gesto intimamente creativo di restituire volti, voci, nomi a un passato dimenticato o dimenticabile. Dunque, al silenzio. È quello che hanno scelto di fare gli artisti selezionati, appartenenti per la maggior parte alla giovane scena italiana: li accomuna l’esigenza di restituire identità a quell’intreccio di passato - potenzialmente infinito - che ciascuno avverte come inscindibile dal proprio essere presente. Ognuno di loro affronta il tema della memoria archivistica e (auto)biografica, intrecciando i due piani con una prima fase di indagine d’archivio (ricerca di materiale iconografico e interviste) e una seconda operazione di (ri)costruzione narrativa sulla base del materiale reperito. Quest’ultimo può essere appartenente alla vita stessa dell’artista (foto di famiglia, documenti legati alla propria storia e al proprio passato personale), estraneo (ritrovato su bancarelle, mercatini, durante viaggi, ecc), oppure può semplicemente risultare dalla voce diretta dei protagonisti interrogati. A loro volta, le ricostruzioni biografiche raccontate nei video possono essere realmente legate al vissuto dell’artista, oppure completamente rivissute. L’elemento caratterizzante rimane però il lavoro di ricerca archivistica applicata al piano biografico-personale, che segna un’evidente tendenza al confronto con il passato. Come un continuo guadarsi allo specchio.

Mirko Smerdel, "Angel hair", 2007. 4 min 27 sec.
Moira Ricci, "Amore mio ti amo (muro)", 2001. 2 min.
Moira Ricci, "Amore mio ti amo (albero)", 2001. 3 min.
Maria Pecchioli, "Play ‘77", 2007. Loop
Maria Pecchioli, "Risorgimento", 2007. 1 min 37 sec.
Riccardo Giacconi, "Mia nonna legge le 21 ‘Tesi sul concetto di Storia’ di Walter Benjamin", 2007. 32 min 48 sec.
Francesca Grilli, “149.9 MHz, 2006. 5 min 23 sec.
Francesca Grilli, "Gordon", 2007. 7 min 7 sec.
Giulio Squillacciotti, "Far, from where we came", 2008. 8 min
Patrizio Di Massimo, "Pelo&Contropelo", 2007. 33 min 44 sec.
Ciro Vitale, "Ecco l’aprile", 2006. 11 min. Maggie Cardelùs, "Zoo age 10", 2007. 10 years. Courtesy Francesca Kaufmann, Milano.

Maggie Cardelùs: Alexandria, U.S.A., 1962. Vive e lavora a Milano.
Patrizio Di Massimo: Jesi (AN), 1983. Vive e lavora a Londra.
Riccardo Giacconi: SanSeverino Marche (MC), 1985. Vive e lavora a Venezia.
Francesca Grilli: Bologna, 1978. Vive e lavora ad Amsterdam.
Maria Pecchioli: Firenze, 1977. Vive e lavora a Milano.
Moira Ricci: Orbetello (GR), 1977. Vive e lavora a Milano e a Grosseto.
Mirko Smerdel: Prato, 1978. Vive e lavora a Milano e a Firenze.
Giulio Squillacciotti: Roma, 1982. Vive e lavora a Venezia.
Ciro Vitale: Scafati (SA), 1975. Vive e lavora a Scafati (SA).